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La storia della bambina che andò nel mondo delle Fate (n. e.)

Romanzo


Data uscita
Ottobre 2005
Copie disponibili
nessuna
Rilegatura
brossura
Tempi medi di preparazione prima della spedizione
3 giorni
Venduto da
Bazaar del Fantastico
bazaar@delosstore.it
Autore
Guendalina Storkly
Collana
Narrativa
Edizioni della Terra di Mezzo 1996
Reparto
Miti e Leggende
Genere
Fantasy, Narrativa

Il presente libro narra la storia di una fanciulla che durante il sonno sognava di staccarsi dal suo corpo, recandosi in mondi immateriali abitati da quegli esseri meravigliosi dei quali parlano le antiche fiabe e che furono descritti in certi racconti mitologici, come le Fate, i folletti, le ninfe, i panischi e via dicendo.
Crescendo la ragazza perde però la capacità di poter fare questi viaggi onirici, o quanto meno non riesce più a ricordarsi di ciò che fa e di dove va quella sua parte che nell’adolescenza aveva il privilegio di poter accedere ai mondi fatati, e si trova a dover vivere la normale vita di ogni essere umano.
Ma essa ad un certo punto inizia a percepire la semplice realtà materiale e storica come un limite per lei troppo angusto e quindi cerca in ogni modo possibile di sognare nuovamente quelle meravigliose realtà immateriali che ella da giovane aveva descritto in un suo diario segreto.
Perché ciò possa avvenire, ella dovrà però riconciliarsi col suo ‘corpo di sogno’, ovvero con quella parte di se stessa che rifiuta gli interessi, i comportamenti e gli obbiettivi esistenziali di quella parte di lei, che vive la normale vita di tutte le donne moderne.
Tale risultato sarà ottenuto dopo che la protagonista del racconto sarà riuscita a tornare naturale e spontanea come quando era bambina e sopratutto dopo un avvenimento inatteso e pericoloso, che invece di provocarle dei danni fisici, causerà in lei una vera e propria estasi, durante la quale incontrerà nuovamente quei personaggi eterei e luminosi che tante volte aveva sognato nell’adolescenza.
La lettura di questo racconto potrebbe far ritenere che esso faccia parte di quel genere di letteratura che viene di solito definita fantastica, dato che non ha alcun rapporto con la realtà e descrive fatti e personaggi che non solo sono incredibili, ma che non potrebbero neppure essere riferibili ad una normale esperienza di vita di chicchessia.
E certamente l’Autrice potrebbe aver completamente inventato la strana storia che viene narrata in queste pagine, oppure potrebbe essersi ispirata nello scriverla a certe sue fantasie adolescenziali, che certamente la maggior parte delle persone potrebbe ritenere del tutto irreali e mancanti di qualsiasi fondo di verità.
Però chi fosse dotato di un potere intuitivo che lo rendesse capace di cogliere anche nelle altrui testimonianze la prova di stati d’essere che trascendono la normale esperienza di vita della maggior parte delle persone, potrebbe anche pensare, dopo aver letto con attenzione la storia narrata, la prefazione dell’Autrice ed i suoi particolarissimi sogni giovanili, parzialmente riportati nell’ultima parte del testo, che ciò che viene raccontato in queste pagine non è affatto un racconto fantastico, bensì la descrizione di avvenimenti ed episodi del tutto reali, anche se certamente inusuali e non riferibili alla normale realtà che tutti conoscono.
In tal caso il presente libro assumerebbe le caratteristiche di una preziosa e rara testimonianza personalmente vissuta.
Una testimonianza che forse potrebbe essere assimilabile, per via dell’atmosfera incantata, languida e dolcissima che caratterizza certi sogni dell’Autrice, a quel tipo di esperienze trascendenti che anticamente erano probabilmente uno dei più importanti obbiettivi dell’iniziazione femminile.
Una testimonianza riguardante stati immateriali d’armonia, di libertà e di gioia che forse potrebbero essere ritenuti, da chi ha avuto la fortuna di riuscire ad averne una conoscenza diretta, più reali della normale esperienza di vita degli uomini e delle donne dei nostri tempi.