Aggiungi al carrello
prezzo: €18.00€ 8,00 SCONTO 56%

La Macchina Mondiale

Romanzo


Data uscita
Febbraio 2022
Condizioni
 
near mint legenda
Volume in perfetto stato (bordi pagine legg. ingialliti) - Sovracopertina: i bordi (+ una riga - di piegatura? - in parte centrale dorso) legg. sbucciati - NOME VECCHIO PROPR. e data A PENNA IN TERZA PAGINA (COL TITOLO)
Copie disponibili
solo una copia
Pagine
275
Venduto da
BCLibri
bclibri@delosstore.it
Autore
Paolo Volponi
Collana
Romanzi Moderni
Garzanti 1965
Genere
Fantascienza

PRIMA EDIZIONE - VOLUME RILEGATO C/SOVRACOP. - Vincitore del Premio Strega

In questi anni si discute della mancanza, nella narrativa, di personaggi che possano rappresentare la nostra tensione di umanità, pur con le nuove esigenze di una struttura romanzesca non consueta e scontata; come han tentato di fare Grass o Robbe-Grillet.
Volponi ce ne presenta uno straordinario e inatteso; che parla in prima persona in questo Tomanzo chiarissimo e aggrovigliato, puro e crudele, distendendosi a poco a poco nella sua storia di passioni. È un uomo "ambiguo", simbolo dei contrasti che ci impediscono di essere veri; come lo era già l'Albino del Memoriale, l'altro romanzo fortissimo e più aspro di Volponi.
Il protagonista Anteo Crocioni non è in alcun modo un pazzo; è un filosofo-contadino, e un ribelle, come a ciascuno può essere accaduto d'incontrarne (e accadde a Croce di apprezzare i trattati di un uomo di tal genere).
Vive e lavora nella campagna di Urbino e ama la vita della campagna; ma conosce tutte le assurdità di ogni vecchia realtà sociale. Ed egli stesso è, nei rapporti familiari, brutale o ingiusto o inquieto.
Intanto elabora mentalmente e scrive e immagina e riferisce anche di un trattato di pensiero scientifico; dove ingenuamente, ma con una certa esattezza, raffigura una civiltà tecnologica di là da venire. Essa potrebbe o dovrebbe realizzare compiutamente l'uomo, che, creato dagli dèi capace di tutto, è rimasto mostruoso, senza saper creare ancora un se stesso di cui non vergognarsi. Questo filone utopistico si lega continuamente alla stessa esperienza diretta del personaggio; e si hanno così le tortuose e nitide e amarissime svolte della sua "storia".
L'infanticidio disperato e oscuro della moglie, che fuggita a far da domestica presso un funzionario di Roma è rimasta incinta in un incontro col marito che l'ha ritrovata e perseguitata, è uno fra i culmini significativi del romanzo, che esclude sia la compiacenza delle trovate di stile sia la linea comoda del racconto diretto di costume o l'intrigo, per trovare un'alta drammaticità e darci un'immagine appassionata delle ansie della cultura e della vita contemporanea.-

 LA QUARTA

Anteo Crocioni è un giovane contadino marchigiano degli anni '50. Conosce bene il suo lavoro e l'ambiente in cui vive, ama la moglie, la casa, la terra. Attraverso l'osservazione dei corpi animali e vegetali, le combinazioni di macchine immaginarie, la lettura di testi filosofici e scientifici, le meditazioni solitarie sulle stagioni, e sulle esperienze familiari e sociali, viene maturando la visione di un futuro «armonioso», di una «eterna» e «felice convivenza degli uomini», di una progressiva rigenerazione del mondo: e affida la sua utopia a un Trattato. Gli uomini, sostiene Anteo, «non sono creature del cielo ma macchine fabbricate da altri uomini», che possono e debbono perfezionarsi all'infinito, secondo una nuova filosofia morale.
I compaesani, ancora dominati dalla paura e dal sacro rispetto delle istituzioni, lo mettono presto al bando come ribelle e come «matto». Abbandonato anche dalla moglie, che non lo capisce, Anteo va a Roma per cercare di lei e far conoscere il suo Trattato: e lí la vicenda troverà la sua drammatica conclusione.
La macchina mondiale (1965) è il secondo romanzo di Paolo Volponi, che vi intreccia magistralmente i temi e i modi espressivi che gli sono cari: il rapporto fra mondo contadino e mondo industriale-cittadino, la carica eversiva dell'ideologia contro i ritardi, le chiusure e le sordità morali della società italiana, la fervida sperimentazione linguistica e stilistica. Per Volponi, come per Anteo, la vera pazzia è di quanti accettano l'infelicità e l'ingiustizia senza accorgersi della possibilità di una vita rinnovata e felice. Come ha osservato Gian Carlo Ferretti, «le pagine piu belle e piú nuove del romanzo sono quelle in cui il motivo della progettazione "scientifica" di Anteo e le sue esperienze dolorose e serene i di ogni giorno diventano momenti di una tenace, drammatica, agonistica e quasi eroica aspirazione a una vita diversa per tutti».