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La Presa di Potere dei Microcefali

Romanzo


Data uscita
Novembre 2021
Condizioni
 
near mint legenda
Copie disponibili
solo una copia
Venduto da
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bclibri@delosstore.it
Autore
Christiane Rochefort
Titolo originale
Une rose pour Morrison
Collana
La Gaja Scienza n. 295
Longanesi 1969
Genere
Fantascienza

PRIMA EDIZIONE - RILEG. C/SOVRACOP. - RARO

Christiane Rocheiort ci confessava di recente di aver chiuso, con questo romanzo, un periodo della sua lunga e fortunata stagione narrativa, iniziata con 7/ riposo del guerriero e ripresa con Mal-thus e con Un vero signore. In questi tre romanzi, la scrittrice rincorreva soltanto all'apparenza una trama, sia pure ben congegnata, avvincente e sempre logica nelle sue conclusioni, ma nel profondo teneva sempre d'occhio il crollo di un mondo dominato dall'assurdo, dove la società, « giunta a un indistruttibile stato di equilibrio, di felicità e di autosoddisfazione », si dissolveva come un gelato alla panna esposto al sole, proprio perché l'equilibrio, la felicità e l'autosoddi-sfazione sono i sintomi più manifesti di una decadenza inarrestabile. La società dove la Rochefort si muoveva assieme ai suoi personaggi era sempre descritta con precisione, con amarezza e a volte con la risata dì chi, conoscendo benissimo tutti i mali che affliggono un paziente incurabile, è ancora costretto a pubblicare un bollettino medico. E proprio questa risata accompagnava certi voli, certe espressioni e addirittura certe vicende noti ai lettori dei giornali e agli spettatori della televisione. Ora, nella Presa di potere dei microcefali, la scrittrice francese per così dire, chiude questa sua risata e sembra così concludere l'intensa polemica rivolta verso i difetti e i vizi che affliggono i tempi moderni. A chi sa leggere tra le righe, non sfuggirà certo il suo sottile ma intenso desiderio di una completa distruzione di quanto infastidisce   non   solo   lei   personalmente ma tutti noi, facendoci notare, inoltre, con una meravigliosa intuizione, anche la noia riserbataci dal futuro se una provvidenziale pestilenza, o cataclisma, non fermerà il processo in atto. Le armi della Rochefort non sono mai state così affilate: eccola, per esempio, con uno stile arditissimo, presentarci tutte le trovate dello strutturalismo con i suoi trucchi e le sue fantasie linguistiche, destreggiandosi tra queste come un giocoliere per spingerle alle estreme conseguenze, cioè alla loro distruzione. Ed eccola, anche, costruire, perché la comprensione della sua « morale » sia chiara, attraverso queste acrobazie semantiche, una trama limpida che sembra ricalcata da uno schema ottocentesco: si tratta di una semplice storia d'amore, lastricata di buone intenzioni e che si svolge in un mondo immaginario, dove i cattivi sono cattivi, brutti, vecchi e impotenti, mentre i buoni sono buonissimi, giovani e belli. Ma costoro vivono già in un mondo più perfezionato e orrendo del nostro, e sono alle prese non con le sventure e i bisogni elementari che affliggevano gli orfani di Dickens, ma con quelli voluti dalla scienza, dalla pianificazione e dalle forme dell'ordine, insomma da questo maledetto progresso. Si badi, è bene dirlo subito, che non si tratta affatto di un libello destinato a colpire precisi e anche troppo ovvi obiettivi, ma di una profezia dettata da un profondo rispetto per l'essere umano.